mercoledì 7 maggio 2008

Gnocchi di semolino al pesto e nocciole

Vengono chiamati "alla romana", non so perchè.


Non so se appartengano alla tradizione gastronomica di Roma, a casa mia non si mangiavano eppure mia nonna romana da sette generazioni (almeno da parte di padre) lo era quasi....
Lei preparava il semolino classico, cotto nel latte caldo, brodoso, da annegare in un mare di parmigiano, meglio ancora con il formaggino che si scioglieva lentamente mescolando col cucchiaio.
Li ho scoperti quando abitavo in Veneto, vedendoli allineati nella vetrina di più di una gastronomia "prendieportaacasa" eppure ancora non li mangiavo, mi sembravano troppo pallidi, troppo insignificanti conditi com'erano con burro e parmigiano.
E sempre il cartellino: "Gnocchi alla romana" che mi lasciava perplessa e mi faceva dubitare delle mie stesse radici...
Mi piaceva, questo si, la forma tondeggiante.
Poi di gnocchi alla romana se n'è riparlato qui e quella stessa sera li ho voluti provare.
Conditi con un leggerissimo sugo al pomodoro e parmigiano.
Buoni ma volevo un gusto diverso e da allora li ho sempre conditi con il pesto fatto in casa e granella di nocciole tostate o filetti di mandorle, ed è diventato un must delle mie cene salvaserata, li propino a parenti ed amici i quali li apprezzano oppure magnanimamente fanno finta di apprezzarli...

Gnocchi di semolino al pesto e nocciole

Per il semolino:
1 lt di latte
250 gr semolino
2 rossi
una noce di burro
parmigiano da 50 gr in su, dipende dal gusto personale, io ne metto abbondante, tendo a viziarmi....
Si scalda il latte con la noce di burro; quando sta per bollire si versa a pioggia il semolino mescolando bene con un cucchiaio di legno (o con la frusta se si preferisce) perchè non si formino grumi.
Si continua a far cuocere sempre mescolando finchè il semolino si addensa.
Si toglie dal fuoco e si aggiunge un primo tuorlo mescolando bene per amalgamarlo al composto prima di aggiungere l'altro.
Si aggiunge anche il parmigiano q.p. (=quanto piace) e si stende in una teglia a circa 1/2 cm di altezza.
Quando si è raffreddato, si tagliano tanti tondi della misura preferita, non enormi, io consiglierei di diametro massimo di 5 cm.
Per i ritagli ci sono due scuole di pensiero: o si dispongono come primo strato nella pirofila e poi sopra i tondi integri oppure si possono reimpastare, stendere di nuovo e tagliare i tondi fino ad esaurimento.
A qualsiase delle due scuole di pensiero si preferisca appartenere (consiglio la prima...), comunque si dispongono (tondi e/o ritagli) allineati e leggermente sovrapposti, si cospargono di pesto, nocciole tritate grossolanamente e in forno a 180/200° finchè non sono leggermente gratinati.

3 commenti:

rockapasso ha detto...

Io sono della terza scuola: mettere tutti i ritagli in una teglietta che verrà mangiata da chi ha fatto gli gnocchi, rigorosamente in cucina, appena uscita dal forno...

Francesca ha detto...

Mi sono persa un sacco di cose ultimamente...anche questi non li ho mai fatti...e poi amo il pesto...rigorosamente fatto da me...da mettere nella lista dei piatti...da fare entro breve!!!

Anonimo ha detto...

ecchettelodicoaffà ;)